Quale miglior modo se non leggere documenti, cronache, lettere e resoconti per meglio comprendere la vita del xv secolo?
Se qualcuno avesse difficoltà a tradurre o non gli fosse molto chiaro qualche vocabolo o frase chieda pure senza problemi di sorta, siamo innanzitutto tutti qui per imparare.
Commenti e riflessioni sono benvenuti.
Per avisare vostra magnificentia delle conditione et del vivere nostro di qua, et de le caristie grande che ci sonno, quella aviso commo nuy comparamo uno pane al bolognino, che quatro il dí non bastano ad una persona, uno ducato la soma del vino, et sonno vini bruscheti et molto lezeri, et lo tombolo de l’orzo a quatro carlini, che non basta quatro pasti ad uno cavallo, et uno zuparello da famiglio ducati duy, et uno paro di calce da famigli molto grose ducati uno, et ogni cosa piú caro, per modo che non bastarano né arme né cavalli, se ne havessemo bene quatro volte piú che non n’abiamo. Et li homini darme vendono cavalli, panzere, celate, et perfino alle zornie che anno indosso, perché non possano vivare per le grande caristie chi sonno, et per li pochi dinari chi corrano […]. Li saccomani chi se ne sonno fugiti sonno senza nomero, perché sonno nudi et domandano calce et scarpe alli loro patroni, et non gli ne possono comperare, puro non gli possono fare le spexe di pane per la pocha inpossibilità che anno, et fanno le vigilie, che non foreno may commandate, et sonno di molti homini darme chi non n’ano uno famiglio al mondo et non fo may veduta tanta miseria et stremità como è fra nuy sforceschi di qua, et ogniuno è piú arrocito di cavalli, et ne sonno morti assay et quilli che sonno vivi non poriano stare pezo
B. Sforza a C. Simonetta, campo contro Paternopoli 26 novembre 1461, in Dispacci sforzeschi da Napoli, IV, cit., p. 366.